2.1.08

La cittadella sacra, sede di mostre/laboratorio per la scienza e per l'arte

La nostra associazione è “una associazione di volontariato per fini di solidarietà umana” che “promuove e realizza attività volte alla valorizzazione della persona umana” e tra queste promuove “attività educative a favore dei minori”, quindi il “doposcuola” per i bambini del quartiere, che da alcuni mesi stiamo, con successo, facendo è quasi un dovere.
Bisogna però andare avanti. Tutti noi, infatti, avvertiamo la necessità di far crescere i ragazzi del quartiere dando loro le opportunità e gli stimoli che ciascuno di noi ha dato e dà ai propri figli.
Abbiamo la fortuna di vivere e, come associazione, operare in una zona di Napoli ricca di testimonianze storiche ed architettoniche: i complessi della cittadella sacra (Gesù e Maria, le Periclitanti, le Cappucinelle, S. Giuseppe a Pontecorvo), l’area di Montesanto, a due passi dai
Decumani e dai Complessi Monastici di Piazza Dante, S. Chiara e S. Maria la Nova.
Su questi beni ciascuno di noi vigila e per alcuni di questi beni che versano in uno stato di abbandono abbiamo più volte sollecitato interventi di restauro e di recupero.
Vedi i documenti presenti sul nostro sito http://www.forumtarsia.it/
Anzi quest’opera di vigilanza sta, di fatto, diventando anch’essa un fine istituzionale della nostra associazione. Vigiliamo perché siamo consapevoli del valore e della bellezza di queste testimonianze storiche ed architettoniche. Bisogna trasmettere questa consapevolezza ai nostri giovani. Ma non basta!
Tutti noi sappiamo bene l’importanza della cultura scientifica e come questa sarebbe utile ai nostri ragazzi. La mia lunga esperienza nell’insegnamento della Fisica mi ha fatto anche comprendere l’importanza degli esperimenti e come questi accendano la curiosità, stimolino la voglia di capirne di più e, a volte, possano addirittura cambiare il corso di una vita. Questa consapevolezza mi ha spinto, come spiego più avanti, a promuovere negli anni recenti delle mostre ludiche-interattive di Fisica, che hanno avuto successo, sono state utili, ma hanno avuto il limite di riguardare la sola Fisica e di essere state solo degli episodi (anche se esaltanti!).
Negli ultimi mesi mi sono convinto che un modo veramente efficace per avvicinare i nostri ragazzi alla cultura scientifica può essere quello di mettere a loro disposizione, nelle immediate vicinanze della scuola o della casa, una Mostra permanente per l’Educazione scientifica, che utilizzi materiale “povero” e sia ricca di esperimenti facilmente riproducibili dai singoli anche a
casa propria ed eventualmente corredata dalla attività “Adotta un esperimento” già collaudata con successo. (Vedi più avanti)
La Mostra dovrà essere non solo di Fisica, quindi, ma anche di Chimica, di Biologia, Matematica, Scienze della terra , Economia etc. Essa, essendo permanente, non avrà i limiti di una Mostra temporanea, che dopo un poco finisce come uno spettacolo teatrale, lasciando solo un vago ricordo e tante energie spese non al meglio; essendo, invece, permanente, rappresenterà il luogo nel quale convergono i contributi, già pronti, dei tanti insegnanti della zona e costituirà una continua spinta sia per gli insegnanti che per gli appassionati a produrre materiale stimolante educativo, interattivo. Nei locali della Mostra dovrebbe essere disponibile(a costo irrisorio!) materiale “povero” per la riproduzione casalinga degli esperimenti.
Spero, (ma ne sono sicuro!) di trovare collaboratori sia tra gli insegnanti universitari che gli insegnati della scuola, nonché tra giovani studenti e persone appassionate. La Mostra dovrà nascere dal basso: raccogliere i contributi dei singoli docenti delle singole scuole della zona. Data la sua natura di centro di quartiere essa dovrà essere articolata su parecchie sedi (si parte con una e poi man mano si aumenta).
Il materiale in mostra dovrebbe “migrare” tra le varie sedi periodicamente (per es. ogni sei mesi) così in ogni sede si possono visitare e sperimentare cose diverse a distanza di tempo.
L’aiuto principale al funzionamento del tutto dovrebbe venire dalle organizzazioni degli insegnanti e dal volontariato. In ogni sede ci saranno delle biblioteche e, periodicamente, verranno fatti seminari di divulgazione e di inquadramento storico.
Ovviamente sarà fondamentale tener conto della lunga e prestigiosa esperienza di città della Scienza, anche se le singole sedi saranno molto piccole rispetto a Città della Scienza.
La prima sede che vedo è proprio nella Cittadella sacra: nell’ex carcere Filangieri o nei locali della chiesa di Gesù e Maria o in quelli della chiesa di S. Giuseppe a Pontecorvo o in una delle tante scuole o in due o più di queste sedi. Tra le possibili sedi non escluderei case di privati “mecenati” appassionati e disponibili.
In questa nostra Cittadella ci sono anche fermenti artistici. C’è lo stupendo progetto di Mostra/Laboratorio ideato da Peppe Morra. Vedi dettagli al sito
http://www.fondazionemorra.org/
La sinergia con la fondazione Morra ci arricchirà sicuramente.
Queste è l’idea. Una sorta di “uovo di Colombo”...
Come si può fare per realizzarla?
Il progetto è ambizioso.
Sarei felice se nel 2013, in occasione del Forum delle Culture esso fosse già realtà.
Le tappe sono sicuramente tante e legate a tante forze diverse.
Ecco che per coordinare le forze, per chiarirci le idee e, nell’immediato, per far rivivere la Cittadella, alcuni di noi e del CAMeO hanno organizzato una serie di Conferenze-con- Discussione nella sala conferenze della Chiesa di S. Giuseppe (Il calendario lo trovate in allegato).
Le conferenze vogliono coinvolgere l’intera città sulle sorti dei nostri luoghi.
Questo spiega il coinvolgimento del Rettore: Guido Trombetti, del fondatore della Città della Scienza: Vittorio Silvestrini, del Direttore dell’Acquario: Roberto Di Lauro, del Presidente del Polo delle Scienze Umane e Sociali: Massimo Marrelli, del Presidente della II municipalità: Alberto Patruno e del già Responsabile dei beni Culturali della Curia: Padre Eduardo Parlato
Per farci conoscere meglio i beni che ci circondano Italo Ferraro apre il ciclo di conferenze sulle ricchezze della Cittadella Sacra.
Peppe Morra ci spiega i suoi progetti sulla Mostra/Laboratorio Hermann Nitsch ed il suo inserimento nel “Quartiere per l’arte”.
Renata Picone ci illustra come è possibile restaurare i nostri beni architettonici.
A metà del cammino io illustrerò le esperienze e le idee che mi hanno spinto a farmi promotore di questo progetto e parlerò dell’impatto che esso potrebbe avere sul nostro quartiere, nonché sull’intera città.
Le motivazioni profonde che mi spingono a vigilare sui beni artistici e mi obbligano alla realizzazione di questo progetto risiedono nei seguenti due fatti: insegno Fisica da più di trenta anni e sono nato a S.Chiara. Sono cresciuto tra S. Chiara, Piazza Dante, Montesanto fino ad approdare a Pontecorvo. Quasi ogni pietra di questa parte di Napoli mi suscita ... .un ricordo.... un senso di orgoglio e a volte.., una fitta di dolore.
La mia lunga esperienza di insegnante di Fisica mi ha fatto comprendere, lentamente negli anni, ma sempre più vigorosamente, l’importanza degli esperimenti e come questi possano accendere la curiosità e…a volte, cambiare una vita.
Quindi nel 2000-2001 ho dedicato molto tempo e fatica per far venire a Napoli la Mostra divulgativa-interattiva dell’INFM (Istituto Nazionale di Fisica della Materia), “Frammenti di Imparagiocando”. Potete trovare informazioni sulla mostra nel sito
http://divulgazione.infm.it/Framm_impg/
La mostra si è tenuta al centro di Napoli per 20 giorni e sono venute tantissime scuole a visitarla, ha avuto molto successo.
Qualche informazione sull’edizione napoletana si trova al sito
http://divulgazione.infm.it/Framm_impg/Edizioni/Napoli/index.html
Già in quella occasione avevo invitato le scuole di Napoli ad affiancare al materiale della Mostra (prodotta quasi tutta a Genova), i materiali prodotti a Napoli. Ci fu un solo contributo locale: le immagini prodotte dagli ologrammi.
In quella occasione i problemi principali furono le spese di trasporto del materiale da Genova a Napoli, la ristrutturazione di alcuni ambienti del Vittorio Emanuele per poter ospitare i 500mq della mostra, e tanti altri legati alle prenotazioni, agli ingressi etc..
Anche se avevo numerose e valide collaborazioni tra i colleghi del Dipartimento di Fisica, mi stancai moltissimo.
Però a distanza di soli 3 anni nel 2004, ho spinto la nostra associazione ad organizzare nelle scale mobili del Parco Ventaglieri, la mostra” Luci e Colori”. I nuovi iscritti che non hanno vissuto quelle eroiche giornate possono trovare parecchio materiale sulla mostra nel sito
http://www.forumtarsia.it/cartelle/colorilici.htm
Anche questa volta abbiamo lavorato tanto, ma in maniera più gratificante, organizzavamo i pannelli, gli esperimenti, gli exhibits.
Il grande vantaggio di questa mostra era il fatto che era rivolta ai passanti. Non c’era bisogno di prenotazione. Le scale erano molto frequentate! Molti ragazzi potevano vedere la mostra (e... alcuni particolarmente interessati... rubare pezzi, da me e dagli altri dell’associazione regolarmente e pazientemente sostituiti). Inoltre i ragazzi di alcune scuole della zona partecipavano con la sezione “Adotta un Esperimento” (...illustravano ai passanti l’esperimento ed il suo contenuto scientifico).
In quel caso il materiale della mostra l’avevamo prodotto noi del Forum Tarsia. Tuttavia anche questa seconda esperienza è stata molto faticosa. Personalmente ho avuto per mesi difficoltà a passare nelle scale mobili, senza la Mostra avvertivo un vuoto incolmabile.
Questi sono stati gli sforzi volti alla divulgazione.
Io, però, sono arrivato a capire l’importanza della divulgazione solo dopo trenta anni di insegnamento universitario. Perché non accorciare i tempi?
Negli ultimi anni sono venuto a contatto con la comunità nazionale ed internazionale che lavora sulla didattica ed ho trovato un metodo di insegnamento della fisica abbastanza lontano da quello tradizionale, un metodo che fa della divulgazione il metodo stesso dell’apprendimento. Si chiama il Corso di Fisica di Karlsruhe, dal nome della città della Baden-Wut. dove è stato pensato e sperimentato.
Questo è il motivo per cui nel 2006 ho dedicato gran parte delle mie energie ad organizzare un Convegno Nazionale sul tema “Innovazione nella didattica della fisica”. Mi sono avvalso della collaborazione di tante persone, ma principalmente di un collega di Torino (Corrado Agnes) ed uno di Messina (Beniamino Ginatempo). Informazioni sulla fisica di Karlsruhe e sul convegno si possono trovare al sito
http://innovazione.na.infn.it/
L’obiettivo del convegno era di portare a conoscenza della comunità degli insegnanti sia universitari che di scuola, i pregi ed i difetti di questo nuovo metodo (anche se ha già venti anni di sperimentazione!) e di indirizzarli sulla via della divulgazione.
Ancora una volta ho fatto tanta fatica, non ancora terminata: gli atti del Convegno sono in preparazione e verranno distribuiti gratuitamente ai circa 300 partecipanti.
Questi sono i precedenti.
Concludo questa appassionata lettera con un sogno che spesso mi faccio:
Vedo anche le nostre viuzze pullulare oltre che di artisti anche di ragazzi e giovani felici di aver appreso, sperimentando direttamente..., qualche importante legge di natura... qualche importante algoritmo.., il ruolo di un qualche tessuto cellulare.., qualche capitale legge di economia etc.
P.S. Sarebbe importante organizzare oltre che il ciclo di Conferenze ”…. La Cittadella Sacra tra Passato e Futuro..” anche, in collaborazione con altre realtà di cittadinanza attiva, tra cui Parcosociale Ventaglieri,( http://www.parcosocialeventaglieri.it/pagine/home.htm
una serie di eventi, intitolata “il Presente della Cittadella Sacra”fatta di eventi volti all’attualità e fruibili da giovani, ragazzi e persone del quartiere.

Franco di Liberto
Natale 2007

2 commenti:

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